Un gruppo di alpinisti – tra i quali il Mark Synnott – cerca una risposta ad uno dei più grandi misteri della storia dell’alpinismo: Mallory e Irvine hanno raggiunto la vetta dell’Everest nel 1924? Tutto quello che sapevano sulla montagna e la sua gente viene messo in discussione durante la spedizione, mentre loro stessi si trovano impegnati in un’ascensione difficile e complicata dalla presenza di moltissime persone sulla via, come accade oggi sull’Everest.
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Film del Banff
Immerse in una cultura millenaria, Hannah Bergemann e Veronique Sandler si ritrovano nell’Himalaya indiano, in Ladakh, al confine con la Cina, ad esplorare catene montuose remote alla ricerca di nuove linee che mettono a dura prova la loro resistenza e richiedono una buona dose di precisione. ACCOMPLICE è un segmento del film prodotto da Teton Gravity Research.
Protagonisti del film sono tre freerider e un enorme dirigibile per una prima assoluta. In volo sulle Alpi orientali austriache per identificare i migliori pendii e poi, con un’insolita e lunga calata da un mezzo altrettanto originale, la discesa è solo un fatto di gambe e di tanta testa… Nelle parole dei due registi è “il progetto più surreale al quale abbiamo mai partecipato”.
Gli Ainu sono un antico popolo giapponese che abita in gran parte nell’Hokkaido, la più settentrionale delle quattro isole principali del Giappone. Per secoli gli anziani Ainu hanno tramandato le storie, le canzoni e le danze del loro popolo attraverso la tradizione orale, come gli aedi dell’Antica Grecia. In un remoto Kotan chiamato lago Akan, queste tradizioni vivono ancora oggi.
48 giorni di avventura, 250 chilometri con gli sci ai piedi e 3800 metri per la salita del Mount Logan per la prima discesa in sci dalla cresta est. Ma per rientrare a casa c’è ancora un viaggio di 400 chilometri sul Copper River in Alaska fino all’oceano. Helias, Alexandre e Thomas provano a dare una loro interpretazione dell’idea di spedizione in autosufficienza.
Come il protagonista spiega nella sua intro al film, la storia parte da quello che per molti sarebbe l’obiettivo finale: la vetta del K2 8611 m. Mentre per lui era solo il punto di partenza. Il vero sogno era quello di compiere la discesa “impossibile”: il 22 giugno 2018, Andrezej compie la prima discesa integrale dalla vetta che subito diventa Storia.
I biker Wyn Masters, Cody Kelley e Florent Poilane hanno deciso di esplorare il piccolo Regno del Buthan con le loro MTB: un modo alternativo di visitare un paese ricco di storia e cultura. Sua Altezza Reale Dasho – il Re del Buthan – è così appassionato di MTB da decidere di seguirli nei 10 giorni di riprese assieme a tutto il suo entourage regale… momenti di assoluto divertimento e qualche piccolo privilegio.
Sverri Steinholm è il pastore di una piccola comunità situata nelle remote isole Far Oer (Danimarca), l’arcipelago di 18 isole situato in un tratto di oceano compreso tra l’Islanda e la Norvegia. Sverri è anche un runner appassionato che utilizza il tempo che passa sui sentieri non solo per dirimere i suoi conflitti personali, ma anche per alleggerirsi dei problemi degli altri, di cui spesso si fa carico e riguardo ai quali è costretto a mantenere il segreto. “Le persone vogliono parlare con qualcuno che sappia stare zitto, perché non molti sono in grado di farlo”, dice Sverri nel film, che offre scorci meravigliosi della bellezza selvaggia di queste isole, dove la natura mostra spesso il suo lato più severo e gli ricorda che può fare di lui ciò che vuole. Ma Sverri, quando è in gara, è un uomo come tutti e si pone le domande che si pongono tutti i runner: “Perché sono così stupido da fare questo?” E si dice le stesse cose: “Non lo farò mai più”.
Ma poi, come tutti i runner, lo fa ancora e ancora. Perché il suo corpo, e soprattutto la sua anima, sentono prepotente questo bisogno. E ogni volta che riesce a farlo, la magia si ripete.
Invece di cercare un nuovo lavoro, nell’agosto del 2018 Nouria Newman decide di partire per il suo primo viaggio importante in solitaria, percorrendo in kayak 375 km lungo le rapide dei fiumi dell’Himalaya. Nella sua spedizione di 7 giorni, l’esploratrice francese pagaia infatti lungo i fiumi Tsarap, Zanskar, e Indo, nella regione del Ladakh, nell’India settentrionale.
Nel corso del viaggio, Nouria riprende le sue avventure: dai momenti di pace in cui l’unica compagnia è lo straordinario azzurro delle acque, a quelli in cui sfiora la morte tra le rapide. Il film ci porta in questo modo a rivivere quella che è stata la sua esperienza. Guardandola nel corso del viaggio, è impossibile non rimanere colpiti da come la spedizione sia soprattutto un viaggio attraverso le emozioni. Ma la cosa ancora più straordinaria di questo film è il modo in cui le sue emozioni, alcune delle quali vissute in circostanze davvero estreme, rispecchino le nostre che viviamo in momenti della nostra vita quotidiana senza dubbio più tranquilli.
Nouria è una delle migliori kayaker di acque bianche. A soli 5 anni di età annuncia ai suoi genitori che avrebbe imparato ad andare in kayak e nel tempo ha mantenuto fede alla sua promessa. È famosa per la sua bravura nelle diverse discipline di questo sport come il freestyle, lo slalom e il kayak estremo. Ma nonostante la sua grande esperienza, il viaggio sui fiumi del Ladakh non è una passeggiata priva di intoppi…
In un momento politico difficile, un team messicano e uno statunitense si mettono insieme al lavoro per installare una slackline che attraversi il confine tra i due Paesi. In un mondo che sembra dedicarsi a creare barriere, l’incontro tra lo slackliner americano Corbin Kunst dal lato del Texas e il messicano Jamie Maruffo rappresenta simbolicamente il superamento di un confine che è solo immaginario e racconta una storia che può essere diversa.
Era da diversi anni che Kunst pensava a una slackline che connettesse i due Paesi, ancora prima dell’elezione di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti. “Ho visto una fotografia del canyon di Santa Elena”, affermato Kunst “e ho capito che era il posto perfetto per una slackline, era un posto che quasi la reclamava. E il fatto che da una parte ci fosse il Messico e dall’altra gli Stati Uniti, e che una slackline potesse collegarli come un ponte, mi ha letteralmente catturato”.
Per la riuscita del progetto è stata fondamentale la presenza di uno slackliner per ciascuna delle due nazioni e avere a disposizione un team di entrambe, che preparassero la slakeline e collaborassero tra loro. “Credo che la slackline sia uno sport di squadra”, spiega Kunst. “Affidi al tuo team la tua stessa vita e quindi ho pensato che fosse un simbolo potente avere un team di entrambe le nazioni che tenessero la slackline”.